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Il Figlio di Abele

by Giacomo Sferlazzo

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1.
I calli induriti di vecchi eremiti Curvati su corde di chitarre ammaestrate Col tempo passato da musica invaso Un alcolizzato sdraiato in un prato Sospeso in riunioni con costellazioni Che narrano al mondo di antiche battaglie di greci e romani E gli atomi non nascono non muoiono si trasformano L’acqua scende diventa ghiaccio evapora nuvola pioggia si fa E gli atomi non nascono non muoiono si trasformano L’acqua scende diventa ghiaccio evapora nuvola pioggia si fa
2.
Perfetto 03:47
L’infrangersi del mare sugli scogli perfetto La luna che sbuca nei sogni perfetto Il pianto di un uomo che ha perso i suoi soldi nel gioco Un colpo di tosse dopo avere fumato perfetto Il canto di un pescatore sommerso nel vento dopo aver pescato La rabbia di fronte all’ingiusto del mondo è perfetto Il dolore di una prostituta su un viale perfetto Lo sguardo di meraviglia di un bimbo perfetto Il suono di un clacson mentre leggi Yoice perfetto La gioia di avere vissuto anche solo un momento Due corpi ansimanti nel buio di una stanza che danzano Insieme in un lieve momento e bere una birra insieme a un amico Anche due anche tre anche quattro è perfetto. Ricordo l’infanzia passata tra i campi perfetto Mia madre sbiadita che stirava i panni perfetto Fissare tra i rami una ragno che tesse Fumare una canna in riva a una spiaggia E dopo rincorrerti per abbracciarti e dirti qualcosa mi sfugge Restare da soli a pensare se Dio ci sia oppure no è perfetto. E' perfetto è perfetto è perfetto.
3.
Lenti si aprono Fiori di carta E tu salti un po più in là Dentro l’anima Come in un'ombra Tetti cadono Cani avanzano E tu gridi la rabbia Nella scatola Come nell’ombra Schianto di maree Nubi infrante Curve morbide Come in un'ombra E quanta instabilità nel posacenere Ti vesti di vanità voli nell’etere Quel gusto strano di cedere all’incedere E mentre si scannano poveri e nobili Lenzuola si agitano davanti a increduli Smarrire il senso di una presunta verità Come in un'ombra come nell’ombra Come in un'ombra come nell’ombra Piedi scalzi che Si rincorrono Nei bus Uomini e tribù Che richiamano riti antichi Ossa e carne di Viaggiatori Bianco senso di armonia Come in una via Immersa nell’ombra Rose elettriche Miti fragili Menti lucide Come in un'ombra E quanta instabilità nel posacenere Ti vesti di vanità voli nell’etere Quel gusto strano di cedere all’incedere E mentre si scannano poveri e nobili Lenzuola si agitano davanti a increduli Smarrire il senso di una presunta verità Come in un'ombra come nell’ombra Come in un'ombra come nell’ombra.
4.
Lenti si aprono Fiori di carta E tu salti un po più in là Dentro l’anima Come in un'ombra Tetti cadono Cani avanzano E tu gridi la rabbia Nella scatola Come nell’ombra Schianto di maree Nubi infrante Curve morbide Come in un'ombra E quanta instabilità nel posacenere Ti vesti di vanità voli nell’etere Quel gusto strano di cedere all’incedere E mentre si scannano poveri e nobili Lenzuola si agitano davanti a increduli Smarrire il senso di una presunta verità Come in un'ombra come nell’ombra Come in un'ombra come nell’ombra Piedi scalzi che Si rincorrono Nei bus Uomini e tribù Che richiamano riti antichi Ossa e carne di Viaggiatori Bianco senso di armonia Come in una via Immersa nell’ombra Rose elettriche Miti fragili Menti lucide Come in un'ombra E quanta instabilità nel posacenere Ti vesti di vanità voli nell’etere Quel gusto strano di cedere all’incedere E mentre si scannano poveri e nobili Lenzuola si agitano davanti a increduli Smarrire il senso di una presunta verità Come in un'ombra come nell’ombra Come in un'ombra come nell’ombra.
5.
S’inarcano le foglie vittime del freddo Stanchezza ritrovata dentro un lungo inverno E dici avere un figlio oggi è proprio una follia Il mondo è marcio il mondo è sporco il mondo è in malattia Ma ho fede nell’immenso Tutto è denaro tutto è merce tutto è in agonia Ingrassa l’occidente ingrassa la telefonia Macchine nello spazio guerra in medio oriente Fame nel mondo guerra nella mia mente Ma ho fede nell’immenso Distratta si fa l’attenzione nella sera L’istinto e l’egoismo spaccano la pietra E non controlli più la tua forte ambizione Tutto è giustificato l’ho visto in televisione Ho fede nell’immenso ho fede nell’immenso ho fede nell’immenso I buchi neri il relativo Schopenhauer Il dubbio che insegue le mosche all’imbrunire Gli errori di chi ti dovrebbe dare esempio L’errore di dovere avere un esempio Ho fede nell’immenso ho fede nell’immenso ho fede nell’immenso Hai detto tutto è niente tutto è nella mente Non vedi l’uomo è un animale masochista Tu credi solo per paura della morte Tu credi perché non sei abbastanza forte Ho fede nell’immenso ho fede nell’immenso ho fede nell’immenso.
6.
Io che non so mai stato giovane che non ho imparato a mentire e vivo tra il fumo di una sigaretta in un bar di periferia Io che al mattino mi alzo tardi e che la notte non dormo per guardare la notte E spio i passanti e le loro facce ma non mi riconosco mai. Io che scrivo cose tristi su accordi semplici come mobili vecchi che amo mio figlio e mia moglie che non ballo se non sono ubriaco o drogato Io che assomiglio a tutti e non assomiglio a nessuno che non mi piacciono le feste che sono sempre annoiato Io dovrei finirla col mio io e respirare lentamente fino a perdermi nel niente innamorarmi di una forma che tace e muta si rivela Io che non voglio volare ma voglio essere il volo che non vorrei sapere niente per sapere tutto che mi piacciono le scatole e non mi piacciono i contenitori che non mi trovo nei gruppi e che mi diverte la gente. Io che credevo come molti che la rivoluzione fosse esterna adesso credo che l’unica rivoluzione si possa fare su se stessi che la politica è una merda le leggi sono una bugia e che da sempre chi governa cura la propria malattia Io dovrei finirla col mio io e respirare lentamente fino a perdermi nel niente innamorarmi di una forma che tace e muta si rivela Io che non mangio carne e pesce per una questione etica che uccido i topi e gli scarafaggi perché mi fanno schifo Io che devo tutto a mia madre e a mio padre io che non devo niente a nessuno. Io dovrei finirla col mio io e respirare lentamente fino a perdermi nel niente innamorarmi di una forma che tace e muta si rivela.
7.
Odi che il vento fa litanie S’insinua come la mano di chi Cerca un perché dentro un vestito E puntualmente poi rimane deluso Gli alberi flettono i rami all’insù Danzano come seguendo una scia Mentre una carta leggera Vola indicando una via che non è mia Si sciolgono i capelli delle donne che rimangono immobili E lacrime dagli occhi che fissano ombre lontane oltre la sera Oltre la sera oltre la sera la sera. Mentre l’aria si fa stabile io divento un pò più vigile ogni cosa impara a ridere rinasce armonia Mentre l’aria si fa stabile io divento un pò più vigile ogni cosa impara a ridere rinasce armonia Mentre l’aria si fa stabile io divento un pò più vigile ogni cosa impara a ridere rinasce armonia Mentre l’aria si fa stabile io divento un pò più vigile ogni cosa impara a ridere rinasce armonia Etniche figure d’aria vestite Guardale dal vento son sostenute S’alzano in volo leggiadre Macchie bianche di poesia spiegan le ali Si strappano le vesti che stavano stese nei fili sui tetti E l’agave si anima di un energia misteriosa che mi appare ignota Che mi appare ignota ignota Mentre l’aria si fa stabile io divento un pò più vigile ogni cosa impara a ridere rinasce armonia Mentre l’aria si fa stabile io divento un pò più vigile ogni cosa impara a ridere rinasce armonia Mentre l’aria si fa stabile io divento un pò più vigile ogni cosa impara a ridere rinasce armonia Mentre l’aria si fa stabile io divento un pò più vigile ogni cosa impara a ridere rinasce armonia.
8.
Passare quella dose di terrore naturale Per scoprire la mia voce risuonare su uno specchio Oggi è un giorno di settembre la paga è andata bene Ma io non ho niente da comprare e non ho niente da pagare Avrei dei sogni in un cassetto Ma non riesco più a dormire e non riesco a ricordare Se è più facile morire o continuare a respirare Respirare e non pensare che è più facile morire Ma fuori c’è il sole fuori c’è il sole la gente si vuole divertire Levare quella sete di ricchezza innaturale Per provare a disegnare il tuo volto su una stella Senti esistono le fate gli spiriti notturni Gli angeli e le streghe per pochi folli Oggi è un giorno di settembre la paga è andata bene E mi potrei ubriacare sdraiato su un soffitto gettarmi a capofitto Su ostriche e caviale e dopo vomitare E dopo vomitare anche il mare Ma fuori c’è il sole fuori c’è il sole la gente si vuole divertire Ma i poeti lo sanno che la bonaccia d’estate è solo un tiepido miraggio prima dell’autunno E ogni cosa a suo turno si disperde nei sogni naufragando nel tempo naufragando nel tempo.
9.
Aprirono le porte del centro e uscirono gli uomini gridando E noi in piazza a contemplare il rumore del regime e del mare E quando arrivarono gridando il grido fu di un unico lamento E quel che volevano fosse terrore lo trasformammo in smisurato amore E quel che volevano fosse infranto lo trasformammo in miracoloso canto Libertà libertà libertà E s’abbeverarono alle nostre fonti e mangiarono dalle nostre tasche E dietro al palco degli oranti dell’ordine il tutore minacciava manganelli Ed io gli vomitai fascista e continuai con la mia protesta E vidi tra le tante divise le facce amiche dell’isolamento E quel che volevano fosse pazzia la trasformammo in dolce melodia Libertà libertà libertà E poi li riportammo dove qualcuno ci mostrò l’odore del dolore Ed io gridai al mio fratello fatti leggero e che ti porti il vento Ed io guardai al mio aggressore e riconobbi il mio stesso malumore E quel che volevano fosse sangue dal palmo lo trasformammo in religioso salmo E quel che volevano fosse sangue dal palmo lo trasformammo in religioso salmo Libertà libertà libertà.
10.
11.
Passeggiare su un tratto di costa distratto dal vento Inseguire le ombre che fanno le mosche sul fondo del cielo E annegare annegare annegare nell’arcobaleno Imparare a sparare e restare a cantare nel bosco Una triste canzone che invento ma che non conosco E bruciare bruciare bruciare fino a finire Come è triste la vita di un uomo dedito al suo lavoro ed al suo lamento In attesa del dolce suo pensionamento C’è più poesia in uno stivale su un armadietto O in una conchiglia portata dal vento verso il suo il suo lamento La luce mi risvegli dal sonno di una veglia e nella mia valigia ci trovo solo caffè Dov’è la mia ragione mi ha perso un occasione e adesso mi diverto a sciupare la vita Insultare un ragazzo che parla affacciato a un balcone Respirare la notte e bagnarsi sotto un acquazzone E gridare gridare gridare tanto per gradire Che porcheria questa sangria è senza emozione è senza melone Oh mio Dio che confusione La luce mi risvegli dal sonno di una veglia e nella mia valigia ci trovo solo caffè Dove la mia ragione mi ha perso un occasione e adesso mi diverto a sciupare la vita Una conclusione non c’è una conclusione non c’è una conclusione non c’è fai un poco te.

about

Registrato e mixato a Palermo da Alessandro Tripi.

credits

released April 7, 2009

Giacomo Sferlazzo: voce e chitarra.
Giovanni Costantino: percussioni.
Virginia Maiorana: fisarmonica.
Silvio Natoli: Viella, Viola da gamba, oud.
Paolo Carrara: mandolino.
Giuseppe Rizzo: basso.
Barbara Balistreri: voce.

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Giacomo Sferlazzo Lampedusa, Italy

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