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LamPoesia
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Lampoesia.
La scuma di lu mari mi vagna e ndi li seculi mi scuagghia
Dintra di mia scurri lu focu nturciuniatu comu ndi la pagghia ardenti
Strica nda li muri bianchi lu ventu
Frisca comu sciaramerri ndi la notti santa
Lu cani abbaia , la porta sbatti
Supra li marciapedi li carusi iocunu alla guerra
Na nuvula si sciacca e chiovi fangu supra a terra
Sugnu nu scogghiu ndi l’azzurru dilatatu
Li putenti d’ogni tempu mannu marturiatu.
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2. |
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La canzone del santuario della Madonna di Porto Salvo di Lampedusa
A Lipadusa c’era nu focu ca sempri ardia pi matri Maria
E da lu mari la genti vinia e pi lu mari la genti s’innia
Greci e Romani Turchi e cristiani dintra na rutta nzemmula stannu
Di l’ogghiu sacru mai fannu ammancu e ognunu prega alla so manera
E nzemmula si ncucchiunu li vusci do mediterraniu
E fannu na parlata sula sulu na litania
Na poesia a Matri Maria Maria Maria
Matri matri alla casa tu fammi turnari.
Tutti sti genti morti ormai sunnu sutta la terra li vermi ci l’hannu
Ma la so vusci do ventu si senti: "Dunn'è lu foce nu l’hai chiù davanti".
Matri Maria sentimi un pocu fa di stu portu un portu e consulu
Fa di stu scielu un tettu d’amuri fa di scogghiu un lettu e riposu.
E nzemmula si ncucchiunu li vusci do mediterraniu
E fannu na parlata sula sulu na litania
Na poesia a Matri Maria Maria Maria.
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Lampedusa 24/01/2009
06:29
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Lampedusa 24/01/2009
Aprirono le porte del centro e uscirono gli uomini gridando
E noi in piazza a contemplare il rumore del regime e del mare
E quando arrivarono gridando il grido fu di un unico lamento
E quel che volevano fosse terrore lo trasformammo in smisurato amore
E quel che volevano fosse infranto lo trasformammo in miracoloso canto.
Libertà, libertà, libertà.
E s’abbeverarono alle nostre fonti e mangiarono dalle nostre tasche
E dietro al palco degli oranti dell’ordine il tutore minacciava manganelli
Ed io gli vomitai fascista e continuai con la mia protesta
E vidi tra le tante divise le facce amiche dell’isolamento
E quel che volevano fosse pazzia la trasformammo in dolce melodia.
Libertà, libertà, libertà.
E poi li riportammo dove qualcuno ci mostrò l’odore del dolore
Ed io gridai al mio fratello fatti leggero e che ti porti il vento
Ed io guardai al mio aggressore e riconobbi il mio stesso malumore
E quel che volevano fosse sangue dal palmo lo trasformammo in religioso salmo
E quel che volevano fosse sangue dal palmo lo trasformammo in religioso salmo.
Libertà, libertà, libertà.
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4. |
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A Peppino a Vittorio e a tutti i rivoluzionari pt.1
É bene che voi lo sappiate, loro non muoiono.
Si può sventrare un corpo, farlo saltare in aria a brandelli, far torcere dal dolore il petto di una madre, si può anche impiccare un poeta, crocifiggere Dio, incarcerare un rivoluzionario, farlo impazzire, ucciderlo senza pietà,
Ma è bene che voi lo sappiate, loro non muoiono.
Si può infamare l’azione di un eroe, infangarne il nome, creare il vuoto intorno a lui, far credere follia il coraggio, stupidità l’ironia, maleducazione la schiettezza, si può far saltare in aria un corpo rendendo talmente piccole le sue parti da confonderle con l’aria.
Ma è bene che voi lo sappiate, loro non muoiono.
Sono vivi nei canti di rivolta
Nelle preghiere a bassa voce
Nei versi dei poeti
In chi cerca giustizia.
Loro sono vivi contro le vostre menzogne, le vostre guerre, il vostro denaro che puzza di morte, la vostra ipocrisia.
E quando dite: "Se non lo faccio io lo farebbe comunque un altro” ricordate che quell’altro che voi dite non sarebbe uno di loro.
Loro non muoiono, sono ancora con noi, contro di voi e stanno lottando.
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Io non ho paura
04:29
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Io non ho paura.
Che i tuoi occhi siano verdi o blu, che tu preghi Maometto o Gesù
Proveniamo dalla stessa forza che anima il vento che brucia nel sole
Siamo la stessa polvere che vaga nell'universo in attesa d’amore.
Che tu venga dal nord o dal sud, che tu parli il francese o l’indù
Respiriamo la stessa aria, lo stesso gas, lo stesso profumo
Combattiamo lo stesso sistema che in nome dei soldi è pronto a qualsiasi tortura. Tortura.
Io non ho paura, io non ho paura.
Vorrei saperne più su di te, della tua casa della rivoluzione
Di come qualcuno non voglia vederti camminare per la strada
Di come la televisione spaventi la gente rinchiusa in casa.
Ti ho visto nelle campagne sudare, senza diritti sul tuo lavorare
E ho visto qualcuno agitare lo spettro dell’invasione
E qualcun altro gridare: "Sparargli addosso è la soluzione"
Io non ho paura, io non ho paura.
Ho visto molti lampedusani restare umani in mezzo all'inferno
Dentro il silenzio di chi ci governa con cattiveria e senza pudore
Dimenticandosi che il mediterraneo è un mare immenso è un mare d’amore.
Quanto costa la vita di un uomo e quanto costa la dignità umana
Quando si compiono le tragedie che voi avete creato
Andate col tricolore a rendere omaggio a chi avete condannato.
Io non ho paura, io non ho paura, io non ho paura, io non ho paura.
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La canzone di Adelina
07:19
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La canzone di Adelina.
Per le tue mani è passata la vita
Queste vite fatte di sale e cemento
Di passioni e lamento
E ora che siamo solo residenti
Di una piccola patria in cui nessuno nasce
Il mare sarà la culla dei miei figli
Il vento gli canterà le ninna nanne fischiando, fischiando.
Sei stata prigioniera di un incanto
Ma la magia ora è sepolta sotto gli alberghi
Ed il rumore dell’acqua è travolto dal rombo di aerei potenti, potenti.
Ma la magia che indossavi è sepolta nei camici tutti uguali
Di dottori che hanno studiato la freddezza.
Nessuno viene più alla luce
In quest’isola piena di ombre
Nessuno viene più alla luce
In quest’isola che non trova pace
La pace.
Dalle tue mani è passato il mondo
Il mondo che ora è distratto dai conti in banca
E dalle rate di automobili troppo grandi
Per queste strade che si ribellano all'asfalto
Tra queste case piene di cose dimenticate
Di famiglie che sedevano sui marciapiedi a raccontarsi i sogni
Mentre mangiavano i pesci con le mani, le mani.
Nessuno viene più alla luce
In quest’isola piena di ombre
Nessuno viene più alla luce
In quest’isola che non trova pace
La pace.
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Alì dagli occhi azzurri
03:14
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Alì dagli occhi azzurri.
(Tratta da “Profezia” di Pier Paolo Pasolini)
Alì dagli Occhi Azzurri uno dei tanti figli di figli,
scenderà da Algeri, su navi a vela e a remi.
Saranno con lui migliaia di uomini coi corpicini e gli occhi
di poveri cani dei padri sulle barche varate nei Regni della Fame.
Porteranno con sè i bambini, e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua.
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.
Sbarcheranno a Crotone o a Palmi, a milioni, vestiti di stracci asiatici, e di camicie americane.
Subito i Calabresi diranno, come da malandrini a malandrini:
«Ecco i vecchi fratelli, coi figli e il pane e formaggio!».
Da Crotone o Palmi saliranno a Napoli, e da lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia, nelle Città della Malavita.
Anime e angeli, topi e pidocchi, col germe della Storia Antica
voleranno davanti alle willaye.
Essi sempre umili,
Essi sempre deboli,
essi sempre timidi,
essi sempre infimi,
essi sempre colpevoli,
essi sempre sudditi,
essi sempre piccoli,
essi che non vollero mai sapere,
essi che ebbero occhi solo per implorare,
essi che vissero come assassini sotto terra,
essi che vissero come banditi in fondo al mare,
essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo,
essi che si costruirono leggi fuori dalla legge,
essi che si adattarono a un mondo sotto il mondo,
essi che credettero in un Dio servo di Dio,
essi che cantavano ai massacri dei re,
essi che ballavano alle guerre borghesi,
essi che pregavano alle lotte operaie…
deponendo l’onestà delle religioni contadine,
dimenticando l’onore della malavita,
tradendo il candore dei popoli barbari,
dietro ai loro Alì dagli Occhi Azzurri.
Usciranno da sotto la terra per uccidere,
usciranno dal fondo del mare per aggredire,
scenderanno dall'alto del cielo per espropriare,
e per insegnare ai compagni operai la gioia della vita,
per insegnare ai borghesi la gioia della libertà,
per insegnare ai cristiani la gioia della morte,
distruggeranno Roma e sulle sue rovine deporranno il germe della Storia Antica.
Poi col Papa e ogni sacramento andranno su come zingari verso nord-ovest con le bandiere rosse di Trotzky al vento…
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