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Quando sono assente mi manco

by Giacomo Sferlazzo

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1.
Quando sono assente mi manco. Sarò come il fuoco che scalda i vagabondi Sarò come i gabbiani all'alba dei tramonti Sarò come il vino bevuto di mattino Sarò come la sorte che gioca con la morte Sarò come un treno deragliato sul tuo seno Sarò come un bambino abbracciato al suo cuscino. Dipingerò di notte la linea dei tuoi fianchi Mi inventerò cannibale per mangiare i tuoi affanni E tutte le avventure dei marinai in pensione Non potranno competere con un mio solo istante Ed io sarò lontano, sarò molto distante E non sarò mai stanco Io quando sono assente mi manco. Sarò come un guardiano che guarda da lontano La linea della vita che solca la tua mano Sarò come un guerriero che ha perso il suo sentiero Come un cane bastardo che non vuole padrone Ed io sarò distratto da tutto ciò che è sacro E non sarò mai stanco Io Quando sono assente mi manco.
2.
Lenzuola polvere e caffé. Peccato che non sono laureato che sono precario e vivo al margine Se no io ti avrei sposato ti avrei letto la mano ti avrei reso felice e invece Lenzuola polvere e caffé e un pò di me e di te Tu metti in me il mio ordine io in te il disordine Ti prego vestimi di te Spogliati Ti prego vestimi di te Uccidimi Uccidimi Uccidimi Peccato che sono alcolizzato se no ti avrei guarito se no ti avrei capito Peccato che mi sono smarrito se no ti avrei guidato e invece Lenzuola polvere e caffé e un pò di me e di te Tu metti in me il mio ordine io in te il disordine Ti prego vestimi di te Spogliati Ti prego vestimi di te Uccidimi Uccidimi Uccidimi.
3.
Sfilano 06:03
Sfilano. Sfilano i potenti in doppio petto Sfilano i manifestanti bandiere al vento Sfila l’ossessione del padrone Sfila l’ossessione del lavoratore Sfilano le salme da dimenticare Sfilano le salme da storicizzare Sfila il dolore dei penitenti Sfila il dolore dei masochisti Sfilano Sfilano. Sfilano i ribelli da controllare Sfilano modelle da corteggiare Sfila la paura da incoraggiare Sfila il coraggio da ridimensionare Sfila la fede dei credenti Sfila il fanatismo dei deficienti Sfila il sangue santo degli innocenti Quello putrefatto dei tossicodipendenti Sfilano Sfilano. Sfila la giustizia da giustiziare Sfila la pigrizia da stimolare Sfila l’ingegno dei poeti Sfila l’ingegno dei matematici Sfila il corpo mistico degli asceti Sfila il corpo nudo dei porno-attori Sfila l’utopia del comunismo Sfila l’idiozia del consumismo Sfila la demagogia della democrazia Sfilano idee di filosofi pericolosi Sfilano Sfilano.
4.
Tu e io 04:11
Tu e io. Tu ed io Siamo in due Due metà Due metà E ci sentiamo soli E ci sentiamo soli E ci sentiamo soli E ci sentiamo soli Tu ed io Siamo in due Due metà Due metà E ci sentiamo soli E ci sentiamo soli E ci sentiamo soli E ci sentiamo soli Tu ed io Siamo in due Due metà Due metà E ci sentiamo soli E ci sentiamo soli E ci sentiamo soli E ci sentiamo soli.
5.
La luce 03:22
La luce. Hai voluto le tue scarpe d'oro Nei palazzi reciti il perdono E abbracciare un albero Per sentirsi libero Rifiutare carte d'identità Riconoscere i postumi di una battaglia atomica La luce entra nelle cose con pose antiche E grida come spine nelle ferite Io la mia redenzione la tengo in tasca Insieme ai filtri delle sigarette schiacciate tra i trucchi di mia madre Tra le reliquie dei santi in pensione e le visioni dei lavavetri Tra milioni di valigie senza passeggeri, senza passeggeri E cercare il disordine per continuare a creare E creare il disordine per continuare a cercare Vivi i lividi dei candidi tuoi occhi pallidi Cerchi i parchi nei parcheggi di piante grasse sud-americane La luce entra nelle cose con pose antiche E grida come spine nelle ferite Io la mia redenzione la tengo in tasca Insieme ai filtri delle sigarette schiacciate tra i trucchi di mia madre Tra le reliquie dei santi in pensione e le visioni dei lavavetri Tra milioni di valigie senza passeggeri, senza passeggeri.
6.
Per l’ultima volta. L’ultima volta che ero pesce avevo squame sottili Come minuscoli vetri alla deriva E mi confondevo tra le trasparenze del mare. L’ultima volta che ero aria me ne stavo tra i capelli di una donna Che si pettinava allo specchio E rideva contenta di essere contenta. Per l’ultima volta, per l’ultima volta, per l’ultima volta. Per l’ultima volta, per l’ultima volta, per l’ultima volta. L’ultima volta che ero uccello le mie ali accarezzavano l’aria Ed il vento era come un padre silenzioso Che guida verso il giusto. L’ultima volta che ero albero i miei rami nodosi e alti Accarezzavano la notte E la notte mi copriva come una coperta. Per l’ultima volta, per l’ultima volta, per l’ultima volta. Per l’ultima volta, per l’ultima volta, per l’ultima volta. L’ultima volta che ero occhio annusavo le vite E mi chiedevo che importanza ha avere una faccia Una storia un rimorso. L'ultima volta che ero penna me ne stavo tra le dita di una mano Che scriveva ansimante Che scriveva per l'ultima volta. Per l’ultima volta, per l’ultima volta, per l’ultima volta. Per l’ultima volta, per l’ultima volta, per l’ultima volta.
7.
Oggi mi sono camminato addosso E ho pensato è bello essere la mia strada.
8.
Ciao ti ricordi di me? Si ma non ricordo di me ! Ciao ti ricordi di me? Si ma non ricordo di me ! E cosa è stato di tutta l'aria che abbiamo respirato insieme Dov'è volato tutto l'asfalto che abbiamo vomitato insieme Vestiti di nuvole che dobbiamo attraversare le nostre menti deserte E i porti astratti dove salpano neuroni nella notte come astronavi in cerca di pastiglie SHOCK SHOCK SHOCK SHOCK Ciao ti ricordi di me? Si ma non ricordo di me ! Gli eterni miti ereditati dai carrelli dei supermercati E troppe eclissi nelle pupille che trattavamo come biglie Vestiti di nuvole che dobbiamo attraversare le nostre menti deserte E i porti astratti dove salpano neuroni nella notte come astronavi in cerca di pastiglie SHOCK SHOCK SHOCK SHOCK.
9.
Ma dov'è? 07:01
Ma dov’è ? S’infiamma il meriggio di grigi bagliori Lei danza distratta nei miei pantaloni Ma dov’è ? Ma dov’è ? Il mio amore. Dopo si alza va nell’altra stanza, si fuma una canna, Mi chiede del fuoco, non voglio fumare. Ma dov’è ? Ma dov’è ? Il mio amore. E poi dice “Vieni , vieni su e dammi ancora tutta l’energia. Che cos’è ? Non ce la fai più ? O hai solo voglia di un po’ di allegria ? Di un po’ di allegria.” Cerco un mulino da fare a pezzetti Con la mia follia, la mia fantasia. Ma dov’è ? Ma dov’è ? Il mio amore. Faccio una doccia con una goccia di pioggia Poi per favore mi dai i pantaloni. Ma dov’è ? Ma dov’è ? Il mio amore. E ora esci fuori, questa è casa mia e se vuoi non ci tornare più Quanto costa la monotonia, annoiarsi è un fatto di virtù. E’ un fatto di virtù.
10.
Marzo 2012 04:04
Ma dov’è ? S’infiamma il meriggio di grigi bagliori Lei danza distratta nei miei pantaloni Ma dov’è ? Ma dov’è ? Il mio amore. Dopo si alza va nell’altra stanza, si fuma una canna, Mi chiede del fuoco, non voglio fumare. Ma dov’è ? Ma dov’è ? Il mio amore. E poi dice “Vieni , vieni su e dammi ancora tutta l’energia. Che cos’è ? Non ce la fai più ? O hai solo voglia di un po’ di allegria ? Di un po’ di allegria.” Cerco un mulino da fare a pezzetti Con la mia follia, la mia fantasia. Ma dov’è ? Ma dov’è ? Il mio amore. Faccio una doccia con una goccia di pioggia Poi per favore mi dai i pantaloni. Ma dov’è ? Ma dov’è ? Il mio amore. E ora esci fuori, questa è casa mia e se vuoi non ci tornare più Quanto costa la monotonia, annoiarsi è un fatto di virtù. E’ un fatto di virtù.
11.
La canzone dell'amore decadente. Da dietro i vetri contavi le gocce d'acqua Che scivolano come lumache e si lasciavano dietro un solco invisibile Mentre l'intonaco si staccava dalle pareti e tutto danzava decadente. Sul muro hai inciso una lista: le paralisi durante i sogni, attraversare i muri fischiando, masticare il cemento, franare in un buio daltonico. Poi la tua pelle si è disciolta ed i tuoi nervi sono rimasti scoperti ed io ho ripreso a fumare le tue dita, e le vene dei tuoi occhi che sono uguali a fili elettrici e ho masticato i tuoi denti affilati come spade. E mentre volavamo sopra i deserti ed eravamo avvelenati mi hai restituito le mie mani piene di buchi e nella tua borsa ho ritrovato un bigliettino che avevo scritto molte vite fa in cui c'era scritto: siamo visionari. E ci hanno suggerito una leggera ginnastica e l'approfondimento della caffeina e la lettura quotidiana del dizionario ma ci siamo fermati alla lettera A non per noia ma per scelta. E quando siamo atterrati era l'alba e la luce aveva invaso ogni cosa e semplicemente ci siamo amati di un amore decadente.
12.
Ma che differenza c'è tra una caffettiera e me? Svegliarsi di notte e star fermo davanti a te Che sai di me che io non so, che sai di me che io non so. Certo un movimento che fa vibrare l'anima sai potrei comprenderlo Mille libri da studiare in arabo-normanno sai potrei comprenderli. Ma che differenza c'è tra una caffettiera e me? Ti puoi strappare come il filo di un acceleratore però restare in moto Se ti muovi su una linea parallela all'infinito col dito verso il cielo. Per fortuna ho imparato a volare come un aquilone A volare come un aquilone Dentro un cielo di cartone Soffocando la mia agitazione Soffocando la mia agitazione. Svegliarsi di notte e star fermo davanti a te Che sai di me che io non so, che sai di me che io non so. Certo potrei restare immobile davanti ad una venere oppure a un'automobile, certo un vaccino contro l'idiozia non è poi una cattiva idea. Per fortuna ho imparato a volare come un aquilone A volare come un aquilone Dentro un cielo di cartone Soffocando la mia agitazione Soffocando la mia agitazione.
13.
Inno Anarchico “Sole e Baleno”. Senza governo camminerò Senza patria io me ne andrò Perché la patria è il mondo che ho sotto i piedi E sopra la testa il cielo che graffio col sale del mare Col sale del mare, col sale del mare, col sale del mare. Lasciami nella culla dell’utopia, lasciami nell’anarchia. Lasciami nella culla dell’utopia, lasciami nell’anarchia. Senza padroni lavorerò Senza documenti io me ne andrò Perché le strade sono casa mia E il punto in cui arrivo è il punto in cui partirò, io partirò. Lasciami nella culla dell’utopia, lasciami nell’anarchia. Lasciami nella culla dell’utopia, lasciami nell’anarchia. Senza la guerra ti combatterò Con il rumore ti sveglierò Perché è da troppo che dormi nella tua gabbia dorata E non danzi con me , no non danzi con me Lasciami nella culla dell’utopia, lasciami nell’anarchia. Lasciami nella culla dell’utopia, lasciami nell’anarchia.

about

Registrato nella casa studio di Nipozzano nell'agosto del 2013.

credits

released April 25, 2013

Giacomo Sferlazzo: Chitarre, voce.

Jacopo Andreini: Batteria, synth, sax, fischio, chitarra elettrica.

Claudia Cancellotti: Violino.

Piero Spitilli: Basso elettrico, contrabbasso.

Mixaggio: Jacopo Andreini.
Mastering: Alessandro Maffei.

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Giacomo Sferlazzo Lampedusa, Italy

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